martedì 26 aprile 2016

I tesori della Valchiavenna

Mi piace paragonare l'Italia a una collezione di scrigni sparsi per l'intera penisola. Quelli grandi simboleggiano le meravigliose città d'arte come Roma, Firenze e Venezia mentre quelli più piccoli, e numerosi, si nascondono nelle vallate, sulle colline, fra i monti dell'entroterra, sono meno noti eppure non per questo di minore valore storico e culturale. La volontà dei singoli enti, associazioni o volontari che investono anima e cuore, oltre a tempo e soldi, per valorizzarli non manca di certo ma in una Nazione così ricca di capolavori è difficile portarli tutti alla ribalta in egual misura. La Valchiavenna, ramo della provincia di Sondrio all'estremo nord della Lombardia, nasconde un forziere ricco di tesori storici, culinari e artistici.

Chiavenna vista dal Parco Paradiso

Prima di entrare nei dettagli vale la pena spendere qualche parola sulle vicende storiche della VALCHIAVENNA al fine di comprenderne il passato valore commerciale e quindi la presenza delle ricchezze ancora oggi visitabili. 
Grazie alla sua posizione ai piedi del Passo dello Spluga e di quello del Maloja, valichi alpini di collegamento fra la nostra penisola e il resto d'Europa, la valle assume l'importante ruolo di crocevia per lo scambio di merci fin dal X secolo e infatti, non a caso, Chiavenna può vantarsi di essere il comune più antico della provincia di Sondrio istituito nel lontano 1030. Vista la stretta vicinanza con la Svizzera ne subisce immancabilmente l'influenza e le caratteristiche case in legno 'importate' dalla migrazione di alcune famiglie elvetiche Walser, a cui le abitazioni devono appunto il nome, ne sono un semplice esempio. Nei secoli a venire il commercio prospera insieme a un'intensa attività artistica e culturale toccando l'apice nel 1400 durante la dominazione dei signori di Milano, tuttavia la crisi è vicina. Al termine del XV secolo Ludovico il Moro costruisce le mura intorno all'abitato per difendersi dalle razzie dei Grigioni ma i suoi sforzi di proteggere Chiavenna risultano vani perché le armate svizzere riescono a conquistare il territorio e successivamente lo governano senza rivalutarlo. Finalmente nel 1797 Napoleone libera la vallata istituendo la Repubblica Cisalpina e il territorio diviene poi parte del Regno d'Italia nel 1814. Questa sembrerebbe una svolta positiva, invece Chiavenna inizia a perdere la sua importanza di via commerciale a causa della nascita di nuovi tracciati e all'apertura del Traforo ferroviario del San Gottardo nel 1882 che agevola notevolmente il transito delle merci verso la Svizzera interna e la Germania, ora non più costrette a essere trasportate attraverso i ripidi valichi alpini. Fortunatamente lo sviluppo dell'industria nel XIX secolo riesce ad attutire il colpo anzi, favorisce la conversione dell'economia dal settore terziario a quello manifatturiero e grazie alla filatura del cotone, insieme alla produzione della birra, la Valchiavenna ritorna al suo antico benessere economico. Oggi di quelle attività è rimasto un lontano ricordo tranne che per il birrificio Spluga riaperto a Gordona con adiacente pub ristorante.

Se volete leggere per intero il mio racconto di viaggio 'I tesori della Valchiavenna' cliccate sul link della nota rivista online 'Turisti per caso', buona lettura: http://turistipercaso.it/valchiavenna/75140/i-tesori-della-valchiavenna.html

Dal porticato della Collegiata di San Lorenzo si ammirano i due speroni di roccia del Parco Paradiso
Le cascate dell'Acquafraggia
La Pace conservata nel Museo del Tesoro

Grazie a tutti coloro che hanno visitato il mio blog e hanno condiviso questo post. Un caloroso saluto da Amare, Viaggiare, Scrivere.


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