giovedì 4 aprile 2024

Camaggiore e San Girolamo, poi un salto ai colli di Bergamo

Due escursioni diverse per panorami, dislivello e difficoltà, eppure entrambe estremamente gradevoli, da compiere in una tersa giornata invernale o in un pomeriggio di inizio primavera o fine autunno, quando le temperature estive sono solo un ricordo. Si passa dai monti impegnativi del lago di Como ai paesaggi dolci delle colline bergamasche, da un ambiente ancora selvaggio in cui gli abitanti di inizio novecento faticavano a sopravvivere a un contesto signorile dove i ricchi assaporavano la 'dolce vita'.

L'alpe di Camaggiore è un balcone naturale dalle vedute mozzafiato, un'ampia conca prativa con un conglomerato di casupole ben ristrutturate, il rifugio Ragno, un'area attrezzata con tavoli, panchine e giochi per bambini (un po' datati ma comunque apprezzati dai piccoli camminatori), sorto a 1200 metri di quota sul fianco ripido di una montagna le cui radici si immergono nel lago di Como, tra i centri turistici di Dervio e Bellano. Per raggiungerlo vi sono diversi sentieri, più o meno ripidi e impegnativi per lunghezza e dislivello, come quello che sale dall'abitato di Dervio a 220 metri di altezza, di circa 6 ore e oltre 15 chilometri. 
Noi optiamo per una camminata di 50/60 minuti e 400 metri di dislivello, con partenza dall'antica frazione di Noceno raggiungibile percorrendo da Bellano la strada provinciale SP62 della Valsassina sino a Taceno dove si prosegue fino a Vendrogno e oltre, su un ultimo tratto di strada particolarmente stretto, insidioso e pieno di curve ceche. Giunti sani e salvi nel parcheggio sterrato all'ingresso del borgo, attraversato solo da mulattiere, ci si inoltra fra due ali di case, alcune ristrutturate e per la maggior parte ahimè abbandonate, fino alla chiesetta. Dal praticello antistante la vista sul lago lascia presagire cosa osserveremo all'arrivo.

Veduta sul lago di Como dalla chiesetta di Noceno

Le indicazioni non sono chiare ma con un po' fortuna, e dopo aver imboccato a vuoto alcune scalinate, finalmente intercettiamo la segnaletica che ci fa inoltrare su un tracciato coperto da un manto di foglie secche. Si prende quota rapidamente grazie alla ripidità del sentiero immerso nei boschi, dove i grossi castagni nascondono i ruderi di piccoli agglomerati, un tempo animati dai versi degli animali da fattoria, le grida dei bambini e i discorsi degli adulti. Le mura crollate e i tetti sfondati sono avvolti da una coltre di malinconia, dalla rassegnazione per un destino lento ma inevitabile che accomuna molti villaggi della nostra Italia.  

Baite abbandonate lungo il sentiero tra Noceno e Camaggiore

Oltrepassiamo dei tronchi caduti puntando l'azzurro del cielo più in alto, dove le piante cedono terreno ai pascoli, e finalmente con un ultimo sforzo sbuchiamo nei prati di Camaggiore, ai piedi del monte Muggio, vicino alle baite che qui grazie alla sistemazione della strada montana appaiono ben recuperate. 

L'abitato di Camaggiore ai piedi del monte Muggio, sullo sfondo

Una prima panchina invita ad accomodarsi e ad ammirare, tuttavia sono necessari ancora una manciata di passi sul bel prato 'arredato' con tavoli, scivoli e altalene, per godere della vista mozzafiato nei pressi della grande croce e la semplice chiesetta di San Girolamo. Il panorama è ampio, esteso sul lago di Como, da nord a sud sul ramo lecchese, e profonda sino al lago di Lugano. Gli occhi si ubriacano dello splendore conosciuto in tutto il mondo e che è riuscito a stregare persino i divi di Hollywood.
Dall'edificio religioso si dipanano diversi tracciati, fra cui quelli della memoria battuti dai partigiani giunti in Muggiasca come reduci di guerra e disertori, dopo l'8 settembre 1943, una massa di uomini disperati spinti dall'obiettivo di espatriare in Svizzera. Oggi pare impossibile che su questi pascoli idilliaci vennero perpetrati rastrellamenti, esecuzioni e distruzione. 

La piccola chiesa di San Girolamo

Panorama dalla chiesetta di San Girolamo verso nord, sul lago di Como

Splendida veduta dalla chiesa di San Girolamo verso il lago di Como e quello di Lugano

Il giorno dopo lasciamo il lago di Como per raggiungere la bergamasca e più precisamente la valle di Astino, con la speranza di intercettare un parcheggio gratuito nei dintorni del Monastero omonimo o della chiesa della Madonna del Bosco. Non avendo fortuna dobbiamo oltrepassare in auto la collina e quindi svoltare a destra in corrispondenza del ristorante 'Il villino delle rose' su una stradina secondaria senza uscita, provvista di alcuni posti auto. 
Ora possiamo sgranchirci le gambe lungo il selciato in salita che attraversa una contrada, transita davanti alla chiesa di San Rocco Confessore e sale a colle dei Roccoli, nel cuore del Parco dei Colli di Bergamo. Istituito nel 1977 al fine di salvaguardare le bellezze naturali e architettoniche della zona, racchiude una grande varietà di itinerari, e oltre alle ampie aree boschive, le ville storiche, i terrazzamenti ornati di orti, giardini e viti, include pure il gioiello della Città Alta con i suoi palazzi e musei, castelli e cattedrali, ristoranti e negozi ospitati in ambienti caratteristici. A questi capolavori ho dedicato diversi post rintracciabili nel blog utilizzando il widget 'cerca' in alto a sinistra.    

Camminando nel Parco dei colli di Bergamo

Nel cuore del Parco dei colli di Bergamo

Ma torniamo al camminare, grazie a cui mantenendoci a mezza costa raggiungiamo la stazione di monte della Funicolare San Vigilio, per godere di scorci fascinosi sui tetti e i campanili di Città Alta. Poi la ripida scalinata in discesa dello Scorlazzone, seguita da un breve tratto di strada asfaltata e da un bel selciato zigzagante nel verde coltivato, consente di giungere all'Ex Monastero di Astino. La struttura imponente e ben conservata risalente al 1100, fu fondata dai Monaci Vallambrosani e oggi ospita un ristorante, spazi per eventi e mostre, come il percorso espositivo 'il monastero restituito', che attraverso pannelli figurativi ed esplicativi descrive l'evoluzione del complesso nei secoli.
Degno di nota è il dipinto dell'Ultima cena esposto nel refettorio del monastero, realizzato dal pittore fiorentino vissuto tra il 1535 e il 1607, Alessandro Allori.

Discesa dello Scorlazzone scendendo da castello San Vigilio

Il Monastero di Astino

Il Monastero di Astino adagiato nella vallata omonima

L'Ultima Cena di Alessandro Allori

Scorcio interno del Monastero

La passeggiata ad anello si conclude addentrandosi nel Bosco di via Allegrezza e, una volta scollinato, imboccando qualche sentiero per evitare l'asfalto di via Madonna del Bosco e tornare così alla macchina. 
Come già accennato, questo è soltanto uno degli itinerari percorribili in quest'angolo di tranquillità ai margini del traffico di Bergamo, capitale italiana della coltura nel 2023 assieme a Brescia, altra città ricca di cultura e monumenti che merita di essere visitata. 

Grazie a tutti coloro che hanno visitato il blog e condiviso questo post. Un caloroso saluto da Amare, Viaggiare, Scrivere.