giovedì 19 aprile 2018

Barcellona con gli occhi di un bambino

Di BARCELLONA sono state scritte centinaia di guide e migliaia di post. Si conosce ormai
Vista sul porto di Barcellona, con gabbiano, dalla cima del Montjuic
 tutto della bellissima città catalana: la sua movida notturna e le spiagge scottate dal sole, la gente disponibile e la cucina gustosa, gli edifici storici e le opere di Gaudì. Ancor prima di partire pare già di conoscerla, grazie pure ai racconti degli amici che l'hanno visitata; perché di sicuro ognuno di noi ha un parente, un compagno di scuola o un ex fidanzato/a che ha camminato lungo un carrer (strada) e mangiato le tapas sulla Rambla. Se quindi la nostra immaginazione si costruisce una Barcellona virtuale, viverla è di gran lunga più appagante, e io vorrei raccontarvela attraverso gli occhi di mio figlio Leonardo, o meglio, cercherò d'interpretare le emozioni da lui vissute in quattro giorni intensi a ritmo di flamenco.


Il Castello di Montjuic, uno dei simboli di Barcellona
La capitale della Catalogna è allegra e ospitale, antica e modernista, verde e cittadina, capace d'interpretare la vita con la giusta leggerezza come poche altre metropoli sanno fare, e la sua gioia di vivere incarna un inno contro il terrorismo.


Fontana Magica e sullo sfondo le Torri Veneziane di Plaça Espanya

I colori della Boqueria al n° 91 della Rambla
Di tante attrazioni, GRACIA rappresenta il cuore autentico di Barcellona
Qui le strade si restringono e gli alti palazzoni impediscono alla luce del sole di raggiungere l'asfalto; pare di trovarsi in un antico borgo, indipendente dal resto della città, lontano dalla mondanità della Rambla, dal caos del porto e dalla sontuosità delle cattedrali gotiche. Gli abitanti conducono la propria vita distanti anni luce da quella parte borghese di Barcellona dove sorgono ville e fontane, distanti dai turisti accalcati fuori dalle case di Gaudì e dall'elegante ampiezza di Plaça Espanya e Plaça de Catalunya. Eppure è proprio a Gracia che si deve venire per capire Barcellona.
Le piccole botteghe si susseguono le une accanto alle altre e ogni tanto si affaccia la vetrina di un fornaio, di un fruttivendolo o di un angusto caffè. Si vedono i bambini uscire di pomeriggio da scuola, i ragazzi sfrecciare sui motorini e gli anziani camminare trascinandosi dietro il carrellino porta spesa. Ma dove vanno tutti? Prima di cena le piazzette del quartiere si riempono di vita: bimbi, ragazzi e vecchi convivono in una manciata di metri quadri aperti come uno squarcio tra le viuzze, un po' come accadeva una volta nei paesi. E' stata una vera sorpresa vedere questa parte della città, chiassosa e disordinata, e nostro figlio si è subito integrato andando a giocherellare con dei coetanei muniti di palle e macchinine. La lingua per loro non è stata un problema, si sono capiti al volo, senza malizia o cattiveria... che bello sarebbe se la stessa facile e immediata comprensione scoccasse anche fra i grandi. 

Se volete leggere per intero il mio racconto di viaggio 'Barcellona con gli occhi di un bambino', cliccate sul link della nota rivista online 'Turisti per caso': http://turistipercaso.it/barcellona/78849/barcellona-con-gli-occhi-di-un-bambino.html


Vi auguro una buona lettura con alcune immagini della bella e allegra Barcellona.

Verso il Palazzo Nazionale sul Montjuic

Nel chiostro della cattedrale di Santa Eulalia

Al porto turistico di Barcellona

I modellini del Museo Marittimo

Casa Batlò sulla destra e Casa Amatller

Facciata principale dell'Hospital della Santa Creu i Sant Pau

Nel verde di Park Guell

L'Ecosistema Amazzonico a CosmoCaixa

Grazie a tutti coloro che hanno visitato il mio blog e hanno condiviso questo post. Un caloroso saluto da Amare, Viaggiare, Scrivere. 

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