venerdì 8 luglio 2016

Al MUSA di Sondrio

Passeggiando tra gli stretti vicoli selciati della parte vecchia di Sondrio, all'ombra di quelle abitazioni testimoni di un lungo e tormentoso passato, ci s'imbatte in un palazzo dall'animo nobile, se pur il semplice esterno recentemente ristrutturata ne tradisca il suo antico carattere benestante. 
Il palazzo Sassi de Lavizzari visto dall'antistante area verde

Si tratta di Palazzo Sassi de Lavizzari che oggi ospita il MUSA, il museo valtellinese di storia e arte. L'edificio fu costruito nel 1500 e deve il suo nome agli ultimi proprietari il cui discendente, l'ingegnere Francesco Sassi de Lavizzari, nel 1922 decise di donarlo al comune a patto che i locali fossero destinati a scopi culturali, come infatti poi successe. La facciata appare austera, lineare, senza elementi di rilievo, fatta eccezione per il bel portale del 1700 realizzato in pietra a bugnato e attraverso il quale, dopo un breve corridoio voltato, si accede al cortile interno circondato da un porticato. Qui il museo fu istituito nel 1947 e oltre a pezzi archeologici di epoca preistorica e romana, ospita una collezione di disegni, mobili antichi, strumenti da lavoro, abiti, documenti e libri, dipinti, sculture e preziosi artefatti. Perla del MUSA è la caratteristica 'stua', la stanza completamente foderata di legno riccamente intagliato. Come spesso accade in Italia pure qui è vietato scattare foto dell'interno e al solito non ne capisco proprio il motivo. Hanno forse paura che divulgando le foto su internet le persone poi non vadano a visitarlo? Semmai si otterrebbe l'effetto opposto, incuriosendo e ampliando la cerchia dei potenziali avventori, ma non mi voglio dilungare oltre su una questione già ampiamente affrontata in articoli passati. Mi limito ad aggiungere che vale la pena scoprirlo sia da noi residenti, per conoscere qualcosa in più della nostra storia, sia dai turisti, per capire l'arte e le usanze della Valtellina.  


Attraverso i rami dei pini nell'area pubblica antistante al MUSA s'intravede il campanile della chiesa collegiata dei Santi Gervasio e Protasio; un tempo questo parco era il giardino del Palazzo Sassi de Lavizzari. Lì vicino, la piccola zona cintata chiamata 'giardino della scultura' di Palazzo Sertoli merita una passeggiata per via delle opere esposte sopra il curatissimo manto erboso.
Dopo essersi ritemprati nel verde cittadino si è pronti per inerpicarsi lungo i vicoli della contrada Scarpatetti godendosi i freschi soffi di vento provenienti dalla Valmalenco e incanalati tra le possenti mura delle antiche abitazioni. Qui, dietro un portone in legno consumato dal trascorrere del tempo si nasconde un orto oppure un cortile acciottolato, una cantina o meglio ancora un'osteria. Quest'angolo di Sondrio è teatro ogni anno di 'Scarpatetti arte', l'allegra e variopinta manifestazione artistica-culturale giunta ormai alla XIX edizione (quest'anno si svolgerà il 16 e 17 luglio, sito internet: http://www.scarpatettiarte.it/). La vita, le feste, le persone e gli edifici di Scarpatetti sono dominati da una rupe dove sorge imponente il Castello Masegra, protagonista del mio prossimo post...   

L'area verde antistante al palazzo Sassi de Lavizzari
Nel giardino della scultura di Palazzo Sertoli

Grazie a tutti coloro che hanno visitato il mio blog e hanno condiviso questo post. Un caloroso saluto da Amare, Viaggiare, Scrivere.


Nessun commento:

Posta un commento