sabato 21 novembre 2015

La bella e malinconica Lisbona

Tratto dal diario 'Sinfonia portoghese' sulla rivista online Turisti per caso.
Se volete leggere per intero il mio racconto di viaggio dedicato al fly and drive nel caldo Portogallo cliccate sul link della nota rivista online 'Turisti per caso':
http://turistipercaso.it/cabo-da-roca-panorama/74542/sinfonia-portoghese.html

Una leggenda racconta che il personaggio della mitologia greca Ulisse fondò Lisbona tornando dal suo lunghissimo viaggio da Troia e, se pur non sia la verità, a me piace credere a questa idilliaca versione. In realtà furono i fenici a porre la prima pietra sui ripidi colli a nord del Tago e successivamente cartaginesi, greci, romani, mori e cristiani se la contesero in battaglie all'ultimo sangue finché non furono questi ultimi a spuntarla. Con loro Lisbona raggiunse la massima prosperità e tra il XV e il XVI secolo divenne famosa grazie a intrepidi navigatori quali Pedro Alvares Cabral giunto in Brasile e Vasco da Gama arrivato sino in India, assicurando così al Re il controllo sulla via delle spezie. La storia purtroppo c'insegna che dopo un periodo di tanta opulenza ne segue uno diametralmente opposto, come se il destino volesse ricordare all'uomo di non 'montarsi troppo la testa'. Nel 1755 la città fu rasa al suolo da un violentissimo terremoto che ne segnò un inesorabile declino finché dal 1850 la curva economica cambiò tendenza facendo iniziare una fase di prosperità e con essa la costruzione d'importanti infrastrutture portate a termine durante la dittatura di Antonio Salazar al quale fu dedicato un ponte, successivamente chiamato Ponte 25 Aprile. Con la progressiva apertura ai mercati stranieri Lisbona divenne dalla fine degli anni '80 sempre più cosmopolita; questa suo miscuglio di razze e tradizioni, eredità di un turbolento passato, lo si ritrova ancora oggi e, a mio parere, è davvero affascinante. 


Lisbona al tramonto vista dal Castelo de Sao Jorge
Spero di non avervi annoiato con la breve parentesi storica ma era indispensabile per introdurvi alla bellezza caleidoscopica dei quartieri lisbonesi.
La scoperta della città inizia sull'ampio vialone alberato Avenida da Liberdade lungo cui si affacciano eleganti edifici neoclassici che proseguono fin sulla grande Praça do RestauradoresLa Funicolare Gloria inaugurata nel 1885 parte da qui e s'inerpica per 276 metri su una pendenza di 17,7 % fino al Bairro Alto. Su un lato della piazza spiccano le tinte rosate di Palacio Foz e l'alto obelisco, costruito in ricordo della liberazione dall'oppressione spagnola avvenuta nel 1640, ha due belle statue bronzee sul basamento rappresentanti la Vittoria e la Libertà
C'intrufoliamo in una traversa sbucando in Rua Portas de S. Antao, una strada chiusa al traffico vivacissima a pranzo e a cene perché in rua Portas le cucine di tutto il mondo si susseguono le une accanto alle altre facendosi una concorrenza sfrenata. Dietro un portoncino anonimo si nasconde Casa do Alantejo. Per raggiungerne il cuore si segue una buia scalinata in cima alla quale la forte luce del giorno penetra nel cortile interno, circondato dal porticato sostenuto da volte neomoresco con raffinati ornamenti in stucco, abbellito da una fontana circolare e dalle caratteristiche piastrelle in ceramica dette Azulejos. Casa do Alantejo ora ospita un ristorante ma un tempo era la lussuosa villa della famiglia Amaral e conserva oggetti, statue e decori di diversi stili architettonici. Le sale sono visitabili pur non essendo dei clienti, com'è accaduto a noi, in quanto la proposta culinaria ci è sembrata costosa rispetto alla vastissima ed economica proposta lisbonese.
Infondo a Rua Portas de S. Antao veniamo attratti dal grande spazio aperto fra i palazzi del centro, il Rossio. L'elegante pavimentazione nella porzione centrale della piazza è realizzata con le migliaia di tessere di un mosaico, riproduce un disegno curvo e movimentato simile a quello delle onde del mare ed è ottenuto alternando tasselli grigi chiari a pezzi dalle tonalità più scure. La statua bronzea del primo imperatore del brasile Dom Pedro IV svetta in cima a una colonna sorvegliata ai piedi dalle statue di Forza, Giustizia, Temperanza e Saggezza. Il lato nord del Rossio è chiuso dal teatro Nacional Dona Maria II, mentre due fontane rinfrescano con i loro zampilli la calura dei lunghi pomeriggi portoghesi. Colpisce osservare i ruderi del convento e della chiesa do Carmo svettanti sul Rossio dal quartiere Chiado, segno e ricordo indelebile del devastante terremoto del 1755. 


Il Rossio con i ruderi della chiesa do Carmo sullo sfonfo
In pochi passi ci spostiamo in Praça da Figueira: malinconica per gli edifici dalle facciate parzialmente sgretolate, bella grazie alla vista sul Castelo de Sao Jorge e austera per la statua a cavallo di Dom Joao.
Proseguiamo verso il Tago lungo la signorile Rua Augusta e a un tratto alla nostra destra scorgiamo una struttura piuttosto alta in metallo, abbellita da elementi neogotici come gli archetti e le colonnine: si tratta dell'Elevador de Santa Justa inaugurato più di cento anni fa, il 10 luglio del 1902. E' curioso sapere che il suo ideatore fu un certo francese De Ponsard, allievo del più famoso ingegnere Gustave Eiffel progettista dell'ineguagliabile Torre Eiffel di Parigi. 
Rua Augusta è a mio parere la via più incantevole della città e riassume appieno la dolce vita lisbonese. Chiusa al traffico, con i suoi caratteristici negozietti di paste e vini, i caffè e i ristoranti di pesce dai tavolini all'aperto per potersi godere le calde serate estive e il gradevole sole dei pomeriggi primaverili e autunnali.
Al termine di una strada così non poteva mancare una piazza altrettanto splendida aperta sulle acque calme del fiume Tago, sto parlando di Praça do Comercio alla quale si accede oltrepassando l'imponente Arco decorato con statue di celebri personaggi portoghesi e disegnato per celebrare la rinascita della città dopo il terribile terremoto. L'immensa Praça do Comercio è abbracciata su tre lati da bassi ed eleganti edifici dalle linee pulite, tinteggiati di giallo e al cui piano terra si sviluppano i bei portici; un tempo erano la residenza reale. La statua bronzea di re José I a cavallo sembra perdersi nell'infinità della piazza che si getta nel Tago dopo una manciata di scalini in marmo. 


Casa dos Bicos

Superati i portici verso est pare di trovarsi in un'altra città dove lo sfarzo e l'ampiezza di vie e piazze viene sostituito dall'oppressione dei vicoli stretti chiusi fra due ali di grigi edifici umidi, stradine ripide e anguste scalinate; e pensare che un tempo l'Alfama era uno dei quartieri più ricchi e desiderati. Qui, lungo Rua dos Bacalhoeiros si affaccia Casa dos Bicos con la sua singolare parete ornata da pietre dalla forma piramidale e ora ospitante uffici e la fondazione del premio Nobel per la letteratura José Saramago.   
Inerpicandoci su arcigne pendenze e seguendo lo sferragliare dei vecchi tram gialli e verdi arriviamo al cospetto della Cattedrale Sé dalla facciata in stile romanico, col grande rosone sopra il portale e due massicce torri campanarie merlate sulla sommità. L'interno buio e quasi per nulla decorato inquieta un pochino e l'imponenza della navata centrale su cui si aprono le piccole cappelle laterali induce al rispetto e alla riflessione.
Cattedrale Sé
Proseguendo nell'intricata rete di viuzze e scalinate si arriva in cima alla collina dove sorge paziente e maestoso il CASTELO DE SAO JORGE ma noi rimandiamo la visita al tramonto per beneficiare di una siesta pomeridiana ristoratrice. 
Scelta azzeccata quella di salire al castello alle sei della sera, ancora in tempo per visitare i giardini, i cortili interni e le 11 torri usufruendo della luce del giorno, e poi godersi il calar della sera dal camminamento di ronda ammirando i palazzi sottostanti accendersi di rosso. Anche le mura merlate della fortezza, sagomate con pesanti pietre poste le une sopra le altre in un'epoca in cui era la sola forza fisica dell'uomo a fare tutto, s'infuocano sotto l'ultimo sole ed è meraviglioso. La roccaforte fu costruita in cima alla collina e in un punto di difficile accesso nel XI secolo durante la dominazione dei mori. Priva di sfarzo e dotata di una struttura potente, serviva come alloggiamento militare e in caso di pericolo fungeva da rifugio per i signori residenti più in basso nella cittadella. Solo più avanti e sino al XVI secolo il castello divenne a tutti gli effetti una residenza adattata alle esigenze dei reali, lo si capisce dal meraviglioso belvedere del giardino romantico, dai terrazzamenti, le statue e le fontane sparse per i parchi e gli ambienti interni ingranditi per accogliere Re, Corte e Vescovo. 


Castelo de Sao Jorge al tramonto

Mosteiro dos Jeronimos
La mattina seguente c'infiliamo sullo storico tram n°15, in Praça do Comercio, diretto all'esotico QUARTIERE DI BELEM dal quale un tempo salpavano le famose caravelle alla ricerca di terre lontane. L'ampiezza di Praça do Imperio con la grande fontana centrale e le curate zone verdi ci accoglie ai piedi dell'imponenza manuelina del Mosteiro dos Jeronimos. Costruito all'inizio del 1500 all'apice dell'epoca delle scoperte, questo Monastero pare infinito talmente è lunga la facciata principale e tale sensazione è dovuta in parte all'opulenza del suo stile tardo gotico portoghese con colonne, guglie, statue, decori e archi. La magnificenza dell'interno è anticipata dal grandioso portale sud al quale abbiamo dedicato diversi minuti di contemplazione prima di gettarci tra le meravigliosi volte della navata della chiesa sostenute da slanciate colonne decorate e dalla cui sommità si diramano i costoloni (che sostengono la copertura) come fossero dei rami di palma. L'ingresso alla cattedrale è gratuito mentre l'entrata al chiostro è a pagamento; noi ci abbiamo rinunciato per godere con calma dell'esterno e del caldo sole autunnale. 


Praça do Imperio e sullo sfondo il Monasteiro dos Jeronimos
Dal monastero attraversando Praça do Imperio si raggiunge la riva del Tago e il grande Monumento alle Scoperte, una sorta di prua in pietra e cemento con tanto di vele e albero maestro, quest'ultimo nella forma di una torre visitabile. Il memoriale fu eretto nel 1960 per commemorare Enrico il Navigatore e con lui gli altri scopritori, i re finanziatori delle imprese marittime e in generale tutti i marinai e i personaggi legati a quel fiorente periodo storico. 
Dal monumento si gode di una splendida vista sugli intrecci di metallo color porpora del lungo, quasi due chilometri, Ponte 25 aprile. Se vi sembra di averlo già visto da qualche parte non vi sbagliate, infatti il ponte s'ispira al più noto fratello d'oltreoceano Golden Gate di San Francisco anche se, a mio parere, non riesce nemmeno lontanamente a replicarne il fascino. Sulla sponda opposta del fiume svetta in cima a un alto piedistallo la statua del Cristo Rei a braccia aperte ma pure questa è frutto di un'imitazione, il celebre Cristo Redentore posto sulla sommità della montagna del Corcovado dominante la baia di Rio de Janeiro in Brasile.


Il Monumento alle Scoperte e dietro il Ponte 25 Aprile con la statua del Cristo Rei sulla destra
La giornata prosegue con una bella passeggiata lungo la riva del Tago per giungere alla leggendaria Torre di Belém collegata alla riva tramite un pontile in legno. 
Torre di Belém
L'esterno è splendido, raffinato e, come il vicino Mosteiro dos Jeronimos, eretto in stile gotico manuelino per esaltare la potenza marittima del Portogallo agli inizi del XVI secolo. Le mura merlate e le torrette cilindriche insieme alle piccole logge delle finestre e all'elegante porticato affacciato sul terrazzone sono le principali caratteristiche della torre. L'interno in confronto è abbastanza spoglio; di certo lo scorcio dalla riva con le onde che sbattono sul basamento e il cielo azzurro in mezzo al quale s'innalza Belém è, a mio parere, quello più fascinoso.   
Dopo una scorpacciata di monumenti si sente il bisogno di un'abbuffata di dolci alla Pasteis do Belém, la nota pasticceria in R. Belém dove si producono i più buoni pasticcini di Lisbona, o almeno così dicono. Non fatevi spaventare dalle code, che comunque si smaltiscono abbastanza velocemente, perché vale la pena pazientare un pochino per assaggiare gli squisiti cestinetti di pasta sfoglia riempiti con una sorta di crema pasticciera dalla golosissima superficie caramellata: una bomba atomica di calorie ma soprattutto di squisitezza.

Nel quartiere di Belém ci sarebbero ancora molte attrazioni da visitare come il Museu Nacional dos Coches, il Museu Nacional de Arquelogia e il Museu de Marinha però il tempo è tiranno e a pomeriggio già inoltrato risaliamo sul mitico tram 15 fino a Cais do Sodro, vicino a  Praça do Imperio, e poi sulla metropolitana per raggiungere la parte opposta della città: il PARQUE das Naçoes. In poco più di un'ora si è catapultati dal passato al futuro in un sito realizzato nel 1998 per l'Esposizione Mondiale sugli oceani, nato sopra le macerie di una zona industriale abbandonata. Le linee moderne della stazione Oriente accolgono il visitatore proiettandolo in spazi ariosi con fontane, piazze e viali alberati. Sullo sfondo la telecabina sospesa sul Tago disegna l'intero sviluppo dell'area, dall'Oceanario fino alla torre d'acciaio Vasco da Gama simboleggiante la vela di una caravella. Lisbona è anche questo e per conoscere appieno tutte le sue sfumature bisogna includere il Parque das Naçoes nella visita della città; noi non ne siamo rimasi delusi.

Gli edifici moderni del Parque das Naçoes

Grazie a tutti coloro che hanno visitato il mio blog e hanno condiviso questo post. Un caloroso saluto da Amare, Viaggiare, Scrivere.

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