giovedì 5 dicembre 2013

Il fascino di Bergamo città alta

Bergamo, da antico insediamento celtico a municipio romano, da borgo di egemonia milanese a quartiere sottoposto al dominio dell'illustre Repubblica Veneziana. A quest'ultimo periodo risale la possente fortificazione della città Alta la cui storia intreccia fasi di prosperità e rinascita con periodi di penuria e distruzione.
Il fascino della 'cittadella' si respira in ogni suo vicolo lastricato e trasuda dagli edifici storici, dalle chiese, piazze e torri tanto apprezzate dai turisti, i quali non disdegnano neppure le prelibatezze alimentari della zona. Molte le pasticcerie e i ristoranti che espongono orgogliosi il dolce 'polenta e osei' le prime e i 'casonsei' i secondi.




Vista sulla città Alta dalla Rocca al tramonto


'Polenta e osei', nonostante il nome possa trarre in inganno non si tratta di una succulenta polenta con tordi in umido, bensì di una deliziosa cupola di pan di spagna con crema al burro di cioccolato e nocciola, ricoperta di pasta di mandorle gialla e sormontata da un cioccolatino a forma di uccellino adagiato su un 'nido' di marmellata. Squisita per una merenda all'insegna della dolcezza o come dessert a conclusione di una romantica cena.
I 'casonsei' o casoncelli si sono guadagnati questo curioso appellativo in quanto la loro forma ricorda vagamente quella di un piccolo calzone il cui stuzzicante ripieno di carne, grana, spezie e molto altro è avvolto da una sfoglia di pasta gialla.
Non si può passeggiare per Bergamo Alta (Berghem de Sura) senza lasciarsi sedurre da queste prelibatezze.

Dolce tipico bergamasco: Polenta e Osei

Chiudiamo questa breve parentesi culinaria per iniziare la scoperta delle meraviglie architettoniche cittadine.
Da Bergamo bassa (Berghem de Sota) ci sono vari modi per raggiungere la gemella in altura ma di sicuro fascino è la salita Sant'Alessandro che conduce al ponte in muratura e quindi alla maestosa Porta San Giacomo, sulla quale campeggia il leone di San Marco emblema della Repubblica Veneta.  Qui è d'obbligo fermarsi per godere della bella vista sulla città sottostante, sul massiccio muraglione e ovviamente per scattare qualche foto.

Curiosità: esistono quattro accessi a Bergamo Alta dislocati lungo il perimetro delle mura (Porta San Giacomo, Sant'Agostino, Sant'Alessandro e San Lorenzo) e ognuno di essi deve il suo nome alle vicine chiese una volta esistenti. Purtroppo, tranne quella di Sant'Agostino, le  chiese sono state demolite nel 1561 per costruire la fortificazione che vediamo oggi.


Le imponenti mura di Bergamo


Porta San Giacomo

Varcata Porta San Giacomo si viene subito fagocitati dagli alti edifici storici che salgono fino a Piazza Mercato delle Scarpe (punto d'arrivo della funicolare) dalla quale inizia il cuore vivace e pulsante della cittadella. Da qui in poi un susseguirsi di pasticcerie, ristoranti, negozi di souvenir e botteghe d'artigianato accompagnano e rallegrano il turista durante la sua passeggiata.
Ricordatevi di girare la testa verso l'alto, staccando per un attimo gli occhi dal turbinio di luci e colori delle vie, perché poco distante dalla Piazza Mercato delle Scarpe si eleva la Torre del Gombito con i suoi 52 metri di altezza.
La Torre fu eretta durante l'età comunale nel XII secolo da una famiglia nobile come simbolo della propria potenza e in seguito divenne emblema di comando militare nelle lotte tra fazioni cittadine.
La Torre del Gombito, donata al comune dagli ultimi proprietari, è l'unica superstite tra le tante erette nella stessa epoca e ora la si può ammirare in tutta la sua compattezza e perfetta conservazione.
Aggirando la torre e l'edificio elegantemente ristrutturato che ospita un hotel, si giunge nella tranquilla ma assolutamente suggestiva Piazza Luigi Angelini al centro della quale è stato mantenuto l'antico lavatoio in marmo, indispensabile risorsa d'acqua fino agli anni 50 e importante punto di aggregazione di un tempo.



Torre del Gombito




Vecchio lavatoio in marmo nella Piazza Luigi Angelini

Qualche passo ancora e davanti ai vostri occhi si apre la scenografica Piazza Vecchia per secoli centro rappresentativo del governo cittadino e rimasta pressoché invariata dal XV.
Intorno alla Piazza sorge il Palazzo della Ragione (o Palazzo Vecchio) affiancato dal Palazzo del Podestà e opposto al Palazzo Nuovo sede della Biblioteca civica Angelo Mai. L'area è inoltre dominata dalla Torre Civica e impreziosita  dalla bella fontana centrale.
La Torre Civica è la torre più alta della città con i suoi 52,76 metri di altezza e fu costruita alla fine del secolo XII dalla famiglia nobile Suardi. Un tempo, i rintocchi della sua campana maggiore segnalavano il coprifuoco serale, le sedute del consiglio e gli eventi felici e dolorosi della città. E' possibile accedere alla sommità e godere di un paesaggio unico che spazia a 360° sui tetti della cittadella e il territorio circostante.
Adiacente alla Torre, il Palazzo del Podestà è in realtà un connubio di edifici di epoche diverse che a causa della funzione politica subì incendi e devastazioni con successivi rifacimenti e trasformazioni. Il Palazzo ha ospitato gli uffici comunali fino alla metà del 1800 ed è interessante sapere che nel sottosuolo sono stati trovati indizi della Bergamo romana e alto medievale.
Infine, il vicino Palazzo della Ragione edificato alla fine del XII secolo compare in tutta la sua eleganza poggiato sul signorile loggiato e abbellito con trifore gotiche. Lateralmente, una ripida scalinata conduce al suggestivo salone delle capriate.



Palazzo della Ragione (o Palazzo Vecchio)




L'imponente Torre Civica in Piazza Vecchia


Celati dal Palazzo della Ragione (o Palazzo Vecchio) si nascondono i gioielli artistici e religiosi di Bergamo Alta: la Cattedrale, la Basilica e il piccolo Battistero.
La Cattedrale di Sant'Alessandro rappresenta la chiesa del Vescovo che in essa trova la sua cattedra. La costruzione della Cattedrale ha origine nel 1459 con l'abbattimento e l'edificazione della nuova navata sui resti di un antico edificio.Tuttavia i lavori si interruppero per circa due secoli e ciò che oggi contempliamo risale al periodo Barocco di cui sono testimoni gli splendidi affreschi e le opere d'arte.
La bianca facciata esterna è semplice e lineare, abbellita dalle statue in bronzo di Sant'Alessandro (nel centro), della Fede e della Speranza e da quelle in marmo dei Santi Fermo e Rustico, mentre sulla sommità della cupola risplende ancora Sant'Alessandro ricoperto di rame dorato. L'interno contrasta con il 'semplice' esterno grazie: al grande affresco della 'Gloria di Sant'Alessandro' nella cupola, alle volte magnificamente dipinte, alle cappelle con statue e stucchi e al coro ricco di intagli posto nel presbiterio.
L'ingresso monumentale della Basilica di Santa Maria Maggiore formato da un portico sostenuto da leoni in marmo rosso e adornato con belle statue, è di certo più suggestivo rispetto a quello della Cattedrale. L'interno poi lascia senza fiato per le infinite decorazioni e gli affreschi che lo impreziosiscono. Al primo impatto non si sa neppure da che parte guardare tanto sono esagerati gli ornamenti nel tipico fastoso stile Barocco.
Non meno sfarzosa è l'adiacente facciata della Cappella Colleoni voluta dal famoso condottiero Colleoni come proprio luogo di sepoltura e vicino, il piccolo Battistero incuriosisce il visitatore per la sua grazia se pur in dimensioni ridotte. 


Cattedrale di Bergamo


Splendido interno della Cattedrale di Bergamo

Ingresso alla Basilica di Santa Maria Maggiore e alla Cappella Colleoni



Leone in marmo rosso all'ingresso della Basilica di Santa Maria Maggiore



Bella decorazione nel loggiato del Palazzo della Ragione

Superato il Teatro sociale completamente restaurato e riconsacrato all'originaria attività teatrale, si raggiunge Piazza Cittadella e l'interessante Museo civico di scienze naturali Enrico Caffi. La riproduzione di un grande mammut con il suo piccolo accoglie il turista e durante la visita lo scheletro di un cervo fossile estinto, risalente a 700 mila anni fa, lascia senza parole. Le sale accolgono collezioni mineralogiche, geologiche, zoologiche e numerosi fossili di pesci, crostacei e rettili provenienti dalle vicine valli bergamasche che anticamente erano dei fondali marini tropicali.
Colpisce la teca nella quale, accanto a manufatti in avorio, pelle di coccodrillo e tartaruga, compare il seguente messaggio: 'Gli oggetti della vetrina sono stati sequestrati dal corpo forestale dello stato in quanto frutto di traffico illecito. I reperti, in custodia temporanea presso questo museo, sono solo un campione di quanto presente nei depositi giudiziari e testimoniano quanto il mercato illegale di reperti ottenuti da animali protetti sia ancora molto diffuso. L'esposizione di questo 'macabro campionario' ha lo scopo di evidenziare l'inutilità del sacrificio di questi animali ed educare ad un comportamento più rispettoso della vita'.
E' bene riflettere su come l'equilibrio fra noi, la natura e i suoi abitanti sia estremamente fragile e quindi sia estremamente importante tutelarlo e preservarlo per le future generazioni.


Riproduzione del maestoso Mammut e del suo piccolo nel Museo civico di scienze naturali

Usciamo dalle mura attraverso Porta Sant'Alessandro per intraprendere la salita che conduce al Castello di San Vigilio (in alternativa si può optare per la funicolare ma il panorama che si svela salendo a piedi è impagabile ed è un peccato non goderselo pian piano cogliendone ogni sfumatura).
Il Castello di San Vigilio sorge sulla cima di una collina a circa 500 metri di altezza ed esiste fin dal tempo dei romani, sebbene il complesso che vediamo ora risalga al XV secolo. Il castello è nato con lo scopo di controllare e difendere la città di Bergamo dai possibili invasori provenienti dalle Orobie e consiste in quattro torri dotate di feritoie e collegate fra loro da una muraglia, raggiungibile dalla cittadella per mezzo di un passaggio segreto. Da San Vigilio si domina la pianura lombarda e la vista sulle Prealpi Orobie è impagabile così come sulle circostanti colline con le eleganti ville e i curati giardini che ne ricoprono i fianchi.

La visita di Bergamo Alta non può escludere la suggestiva e romantica veduta al tramonto dalla Rocca (attuale sede del Museo del Risorgimento) nel Parco della Rimembranza.
Dalla sommità del torrione principale i tetti della cittadella si infiammano delle calde tonalità del tramonto e per pochi interminabili ed emozionanti minuti il tempo sembra fermarsi, intrappolato da quel paesaggio malinconico e nel contempo appassionato e sognatore.



La Città Alta vista dalla salita verso San Vigilio


Vista sulle Prealpi Orobie dal castello di San Vigilio


Vista sulle colline bergamasche dal castello di San Vigilio


La Rocca nel Parco della Rimembranza

Grazie a tutti coloro che hanno visitato il mio blog e hanno condiviso questo post. Un enorme saluto da Amare, Viaggiare, Scrivere.

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