mercoledì 30 gennaio 2013

America dell'Ovest on the road: dalla trasgressiva Las Vegas alla mondana Los Angeles

Il nostro sogno americano on the road parte seconda.

DAL SEQUOIA NATIONAL PARK A LAS VEGAS 

Un immenso parco giochi al centro del deserto, così ci è apparsa Las Vegas nel Nevada. Città dei casinò, del gioco d'azzardo, del divertimento, della trasgressione, dove lo spettacolo di luci e di giochi d'acqua nelle fontane, colorano il buio delle lunghe notti. Gli hotel sono a dir poco spettacolari e le slot machine nelle loro sale formano un tappeto variopinto che si estende all'infinito. Qui divertirsi ed esagerare sono d'obbligo, purtroppo noi, a causa delle centinaia di chilometri percorsi in auto, siamo arrivati distrutti e non l'abbiamo goduta al meglio. Diciamolo, Las Vegas deve essere vissuta soprattutto la notte passando da un locale all'altro, assistendo ad uno dei numerosi show proposti o magari tentando la fortuna al casinò e durante il giorno si dovrebbe rimanere un pò a letto a riposarsi per ricaricare le pile.

 

Non siamo a Parigi ma a Las Vegas
Riproduzione di uno degli hotel più famosi, il Bellagio

La magnifica Fontana di Trevi...in Nevada

Consigliata una visita al Venetian Hotel, splendida riproduzione di Piazza San Marco, anche se l'originale ovviamente, non ha paragoni. All'interno sono stati ricostruiti i tipici canali e le caratteristiche piazzette veneziane, sicuramente suggestive anche se finte. L'impressione che ci ha dato Las Vegas in generale, è quella di una città artificiale, un'imitazione di tutto quello che di bello gli altri hanno già costruito (valutate un pò voi guardando le foto che ho caricato). Detto questo, una volta nella vita vale la pena visitarla perché è talmente assurda che è difficile da immaginare.


Scorcio esterno del Venetian hotel a Las Vegas

Il campanile di Piazza San Marco a Las Vegas

Un canale del Venetian hotel a Las Vegas

Anche il cielo è finto al Venetian hotel di Las Vegas

DA LAS VEGAS AL BRYCE CANYON  

La città delle trasgressioni, dei casinò, delle stravaganze, del gioco d'azzardo e dell'esagerazione è ormai alle spalle e, proseguendo verso il magico Bryce Canyon, ci si trova immersi nel silenzio più totale, circondati da vastissime praterie nelle quali spuntano qua e là i ranch popolati da una miriade di cavalli che galoppano inseguendosi l'un l'altro, giocosi,liberi,forti ed indomabili. E' il selvaggio Utah che ci fa venir voglia di abbandonare l'auto e di correre in quelle sue distese verdi dimenticandoci della frenesia del lavoro e dei mille impegni che la vita moderna impone. Ci limitiamo a parcheggiare in una delle numerose piazzole di sosta e scendiamo a sgranchirci le gambe. Respiriamo profondamente l'aria fresca che odora di pascolo e ci chiediamo se il nostro stile di vita sia poi quello più adatto per un essere umano. La risposta compare subito chiara nelle nostre menti. Per il carattere, gli interessi ed il concetto di ideale che abbiamo io e mio marito, la parola vita non significa ansia, voglia di possedere l'ultimo modello di telefonino, smania di prevalere sugli altri. Semplicemente, sarebbe bello svegliarsi la mattina e poter ammirare dalla finestra un paesaggio ampio ed incontaminato come quello dello Utah, dove l'occhio non trova barriere di fronte a sè e dove il cemento non deturpa le bellezze della natura. Alzarsi con il cuore leggero, felici per la giornata appena iniziata ed entusiasti per il lavoro che occuperà il nostro tempo. E' il sogno di tante persone e chissà che un giorno non si possa realizzare; io lo auguro a tutti. Ma ora torniamo con in piedi per terra anzi, su quattro ruote, e continuiamo il viaggio. Attraversiamo con l'auto l'arco di roccia rossa del Red Canyon e proseguiamo verso il Bryce Canyon raggiungendo in poco tempo il primo punto di osservazione del parco. Scendiamo impazienti dalla macchina e ci affacciamo dalla terrazza panoramica. Qui il respiro ci viene a mancare per l'estrema bellezza che appare di fronte a noi e che le foto possono solo lontanamente ricreare. Una miriade di sfumature che vanno dal rosso, all'arancione, al giallo, al bianco colorano gli alti hoodoos, le guglie di roccia sedimentaria formatesi dall'erosione di acqua, vento, ghiaccio e il sole illumina ed esalta questo fantastico anfiteatro.

Bryce Canyon
Natural Bridge














Il Bryce Canyon è bellissimo da ogni punto di osservazione
I colori del Bryce Canyon
E' impossibile non continuare a fotografare il Bryce Canyon

Consigliatissimo. Bisogna assolutamente addentrarsi tra questi fitti pinnacoli di roccia per poterli ammirare da una prospettiva diversa da quella che si ha osservandoli da un punto panoramico sopraelevato. Di sentieri che attraversano il Bryce Canyon ce ne sono tanti e di differente difficoltà ma se, come noi, purtroppo non avete molto tempo a disposizione, vi consiglio di percorrere almeno il Navajo Trail ed il Queen's Garden

Sono due tracciati abbastanza semplici lunghi poco meno di tre chilometri ciascuno che si snodano ai piedi delle rosse rocce sedimentarie le quali formano delle strutture particolarissime, ognuna diversa dalle altre. Come al solito, anche qui al Bryce Canyon l'imponenza della natura ci ha mostrato quanto siamo piccoli e fragili. Eppure in molti, troppi casi, riusciamo a danneggiarla, ferirla senza portarle rispetto. E' passeggiando in questi parchi che si capisce l'importanza di proteggerla e preservarla per le future generazioni.

Dopo la camminata sui sentieri del Bryce Canyon e con gli occhi inondati dal colore rosso, salirete in auto molto volentieri e percorrerete con estremo piacere i circa 50-60 chilometri di strada che attraversano il parco. Vi consiglio di sostare nel maggiorn numero di aree di osservazione possibili, in particolare Sunrise Point, Sunset Point, Inspiration Point e Rainbow Point. 

Per il pernottamento noi abbiamo scelto una delle strutture locate all'ingresso del parco, comodissime per godere fino al tramonto le bellezze del Bryce Canyon. Se siete fortunati potrete assistere ad uno spettacolo country con tanto di complesso formato da autentici cowboys gustando il tipico menù di carne o in alternativa quello di pesce e cantare fino a notte fonda con gli appena conosciuti compagni di tavolata.

DAL BRYCE CANYON A LAKE POWELL E ANTELOPE CANYON 

Ad attenderci sul confine tra lo Utah e lo sconfinato e desertico stato dell'Arizona troviamo le acque azzurre del Lake Powell, un lago artificiale formatosi dopo lo costruzione della diga del Glen Canyon che ha parzialmente sbarrato il flusso del fiume Colorado. Noi abbiamo pernottato nella piccola cittadina di Page, perfetto punto di partenza per esplorare le meraviglie che sorgono nei d'intorni. 

Consigliata una gita in traghetto sulle acque del Lake Powell per gustarsi dall'acqua, il panorama del Glen Canyon. 

 Consigliatissima una visita guidata all'Antelope Canyon. Ho precisato guidata perché non si può accedere all'Antelope Canyon liberamente ma solo con gruppi accompagnati da guide esperte. Rimarrete affascinati dal modo in cui il vento e l'acqua, negli anni, hanno modellato l'arenaria e cioè la roccia sedimentaria di cui si compone il Canyon. Ammirerete le diverse striature di tonalità dal rosso al giallo che colorano le levigate pareti ai piedi delle quali camminerete con il naso all'insù. Non dovete perdervi neppure il Rainbow Point nel Glen Canyon, un punto panoramico incredibile dal quale si vedono le acque cristalline verdi-azzurre del fiume Colorado che abbracciano un'alta formazione rocciosa.

 

Antelope Canyon
Antelope Canyon

Rainbow Point 

DA LAKE POWELL AL GRAND CANYON 

E' arrivato il momento di conoscere sua maestà il Grand Canyon. Finalmente iniziamo a vedere la lunga e profonda spaccatura, che il fiume Colorado ha scavato nel corso di migliaia di anni, man mano che raggiungiamo l'inizio del South Rim. Il Grand Canyon ci travolge con la sua potenza, estensione, miriade di sfumature,profondità e la breve esistenza dell'uomo ci sembra insignificante di fronte a tanta storia ed imponenza...

Consigliatissimo. Dall'inizio del South Rim, percorrendo la Desert View Drive, ci sono diversi punti di osservazione come il Navajo Point, Moran Point, Grandview Point ai quali si accede comodamente in auto; ma per capire il Grand Canyon non ci si può limitare a questo. Se avete due giorni di tempo potete scendere a piedi o in sella ad un asino fino al fiume Colorado, percorrerne un tratto sui gommoni per poi risalire il giorno seguente; in questo modo vi immergerete nella storia della terra, stratificazione dopo stratificazione, grazie alle rocce erose intorno a voi testimoni di millenni di cambiamenti.

Dal Grand Canyon Village, zaino in spalla, siamo partiti a piedi lungo il Rim trail (tracciato che si sviluppa poco lontano dalla strada e congiunge tutti i punti panoramici) per esplorare questo spettacolo unico e goderci metro dopo metro il paesaggio sempre mutevole, osservando meravigliati i punti in cui il fiume Colorado spunta tra le guglie e gli estesi anfiteatri di roccia. Se si è stanchi si può sfruttare per un tratto di strada una delle navette gratuite che dal Grand Canyon Village arrivano fino ad Hermits Rest e sostano nei nove punti panoramici che si trovano lungo la strada. Credetemi però, vale la pena fare un pò di fatica e scarpinare sui sentieri scoprendo scorci che altrimenti non sarebbe possibile notare.


Grand Canyon da sogno
Scorcio da sogno del Grand Canyon
Grand Canyon

Che dite, mi tuffo nel Grand Canyon?

DAL GRAND CANYON A SCOTTSDALE, VICINO A PHOENIX 

Questa è solo una tappa di trasferimento, un pò come quelle che affrontano i ciclisti del giro d'Italia, per avvicinarci alla città di San Diego. Si percorrono chilometri e chilometri nel deserto ed il paesaggio è un pò monotono ma non fa nulla perché negli occhi e nella mente abbiamo i meravigliosi scorci del Grand Canyon appena visitato. Una curiosità; vicino a Scottsdale, in mezzo al nulla, ci è comparso come un'oasi nel deserto un outlet. Non credevamo ai nostri occhi fino a che, lasciata l'auto nell'ampio parcheggio, non ci siamo avventurati fra le basse casette piene di negozi di abbigliamento, scarpe, borse, fast food, gelaterie. A Scottsdale, cittadina ordinata e pulita nella periferia di Phoenix, non c'è molto da vedere escluso il centro pieno di attività commerciali, ristoranti, pub e locali. Noi siamo arrivati in serata, giusto il tempo di gustarci un abbondante piatto di pasta sulla terrazza esterna di un ottimo ristorante italiano (ce ne sono diversi), coccolati dalla piacevole brezza del deserto.

 A SCOTTSDALE A SAN DIEGO

Oltrepassata la famosa città di Yuma, celebre per i film western, e superato un severo blocco stradale dove degli attenti cani poliziotti annusavano i veicoli in cerca di droghe, giungiamo finalmente nella metropoli di San Diego. Moderna, giovane, sportiva,  anche San Diego ci ha conquistati con i suoi toni messicani e l'aria rilassata da città, oltre che d'affari, soprattutto di mare.

Guardate incuriositi le prodezze dei surfisti che qui sono di casa e sostate a bordo campo a tifare per i tantissimi gruppi di ragazzi e ragazze che giocano a beach volley. Passeggiate poi al tramonto sulla lunghissima spiaggia e guardate il sole tuffarsi nell'Oceano. Rilassatevi, non siete in un film, ma a San Diego e qui mi sorge una domanda. Non è che solo noi in Italia siamo sempre di corsa e di conseguenza stressati? Ci vorrebbe una bella iniezione di cultura californiana/messicana. 

 

Consigliatissimo. Ovviamente non può mancare nemmeno qui un giro in bicicletta per scoprire le spiagge e la splendida baia di San Diego in completa libertà. Il clima è talmente piacevole che si pedala volentieri baciati dal sole ed accarezzati dalla brezza che proviene dall'Oceano. Fermatevi per uno spuntino in uno dei tantissimi bar affacciati sulla baia e osservate i numerosi velieri storici attraccati al porto. 

Poi gettatevi nella foresta di grattacieli e raggiungete lo zoo, uno dei più grandi e famosi al mondo, non ve ne pentirete. Noi ci siamo innamorati del panda e dell'orso bianco e siamo rimasti per molto tempo fermi davanti ai loro ampi recinti per osservarne rapiti i movimenti: che teneroni! Infine la sera non può mancare una cena romantica nella Old Town, caratteristica per il suo stile messicano, e ovviamente il menù non può che essere proprio messicano.


Old Town
Baia di San Diego



Il panda è il simbolo dello zoo di San Diego



 
DA SAN DIEGO A LOS ANGELES  

Il nostro viaggio purtroppo è finito. Torniamo e Los Angeles per imbarcarci sull'aereo che ci riporterà a casa e soffriamo già di mal d'America. La nostalgia di lasciare quella terra e di abbandonare quel senso di libertà e spensieratezza che ci ha accompagnato durante tutto il viaggio è forte. Dalle assolate città di San Diego e Los Angeles, alla mozzafiato costa californiana, ai parchi verdi dello Yosemite e del Sequoia, all'europea San Francisco , ai parchi dalle mille tonalità del rosso del Bryce ed Antelope Canyon fino a sua maestà  il Grand Canyon. Nel nostro cuore tuttavia, l'entusiasmo di raccontare agli altri la nostra avventura e di iniziare a pianificarne una nuova comincia a farsi strada tra le forti emozioni che il viaggio on the road nell' America dell'ovest ci ha suscitato. I profumi, i colori, i sapori, i paesaggi, le sensazioni di questa vacanza rimarranno per sempre scolpiti dentro di noi e ci serviranno per diventare delle persone migliori, aperte al mondo e alle sue innumerevoli diversità.



Grazie a tutti coloro che hanno visitato il mio blog ed hanno condiviso questo post.
Un caloroso saluto da Amare, Viaggiare, Scrivere.

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